GIOVANI ARCHITETTI E INGEGNERI: Incubatori e nuove start up

I business incubators - in italiano incubatori aziendali - sono programmi che vengono messi a punto per accellerare ed agevolare lo sviluppo di imprese attraverso l'uso di risorse destinate alle imprese stesse e di servizi specifici.
Il management di un programma di business incubation  e' affidato ad un incubation management e si differenzia a seconda della modalita' di fornitura del servizio e del tipo di clientela.
La messa a punto di un buon piano di bussiness incubation aumenta la possibilita' che una start up da esso discendente rimanga attiva sul mercato per un lungo termine; vengono definite start up tutte le operazione e il periodo durante il quale si avvia un'impresa.
Grazie al "Rapporto Restart - Italia" richiesto all'ANCE (Associazione Nazione Costruttori Edili) e fornito al Ministero dello Sviluppo Economico, ingegneri, architetti e designer sono potenzialmente in corsa per acquisire una posizione da startupper; come dichiarato infatti dalla presidente dei giovani imprenditori dell'Ance di Genova, Sarah Zotti, esistono molti campi nel settore edile nei quali investire per sostenere un possibile start up in Italia, una ricrescita che potrebbe interessare giovani architetti ed ingegneri che vogliano confrontarsi con iniziative che sostenuti da opportuni incubatori portino ad una innovazione del tradizionale concept del mattone orientandosi verso soluzioni gree e hi-tech.
Il ministero sta recependo tutte le raccomandazioni raccolte nel rapporto e inserira' nel nuovo decreto di sviluppo tutta una serie di piani attuativi volti a far diventare concreti i programmi di business incubation rivolti al settore dell'edilizia.
In Italia esistono gia' realta' avviate come la Personal Factory, azienda calabrese ormai ex start up che e' stata fondata nel 2009 dall'ing. Francesco Tassone e che impegnata nel settore della chimica per l'edilizia si occupa di produzione di prodotti in polvere attraverso la piattaforma Origami4, " uno stabilimento produttivo brevettato e realizzato dalla Personal Factory, unico al mondo e con una tecnologia di produzione totalmente innovativa. Origami 4 in solo 6 metri quadrati conserva le materie prime, le dosa, le miscela insieme al compound chimico, insacca il tutto, traccia l'intera produzione fino al singolo sacchetto, verifica che non vi siano errori nella produzione e mantiene attiva la piattaforma di certificazione prodotto".

 
Mentre l'innovazione finora nel campo dell'edilizia e' stata circostritta ai brevetti e alle aziende che investivano esclusivamente al loro interno, ora la tendenza e' quella di attivare programmi di incubation business all'interno di parchi scentifici.
Come riportato da Il Sole 24Ore, "Il 42% dei parchi scientifici e tecnologici ha attuato un percorso di incubazione al suo interno, per un totale di 26mila mq disponibili per start up (dato Apsti)".
Altra realta' di start up e' l'azienda piemontese VassTecnologies, nata nel 2010 e parte integrantee della  del polo tecnologico della Polight, che ha realizzato un sistema innovativo a moduli per coperture.
Gianluca Dettori, fondatore  e presidente della societa' di venture capital Dpixel, porta ad esempio un investimento da loro portato avanti in Calabria ad opera di quattro ingegneri (Eco4Cloud) che stanno portando avanti una start up nel settore dei nanomateriali, producendo una pellicola da apllicare ai vetri e comandata via wi-fi attraverso un principio fisico che permette sia di regolarne l'intensita' cromatica sia la temperatura.
I fattori che concorrono alla creazione di una start up che possa avere una buona riuscita in termini di mercato sono legati in percentuale:
  • azienda nuova costituzione (77%)
  • settore di attivita' (62%)
  • innovativita' dell'idea (92%)
  • integrazione con il parco (46%)
  • analisi del business plan (62%)
Il fondatore della community on line  Startupbussiness.it   Emil Abirascid, afferma che «Non c’è un iter specifico per avviare la propria start up. Si può partecipare agli eventi del settore, iscriversi alle community, entrare nel giro insomma e iniziare a incontrare potenziali partner finanziari e anche industriali»; 
«Se l’idea è buona – aggiunge – e se il team che la propone è competente, con tanto lavoro ci sono buone possibilità che il progetto si sviluppi». 
Definito il progetto, il prototipo e il business su cui puntare, bisogna accompagnare l’idea con un business plan e avvicinarsi, appunto, all’ecosistema delle start up, di cui gli incubatori sono uno dei principali elementi.

Sarah Zotti (ANCE) conclude dicendo «Le imprese edili più strutturate potranno entrare in contatto con le start up grazie agli incubatori e magari anche finanziarle o definire delle strategie di affiliazione». 









1 commenti:

Quân Đào ha detto...
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